Cold Skin – La creatura di Antartide (Quando la sopravvivenza é solo un alibi per prevalere)

Anno: 2017


Genere: Thriller Psicologico/Horror/Avventura


Diretto da: Xavier Gens


Protagonisti: David Oakes, Aura Garrido, Ray Stevenson, John Benfield, Ivan Gonzales, Winslow Iwaki, William Frater.


Dove vederlo: Rakuten TV/Infinity/Tim Vision/Amazon Prime Video/Chili/ITunes

Trailer ITA: https://youtu.be/ysQh_DK3db4

Trama: Un giovane irlandese accetta l’incarico di meteorologo su un’isola vicino al Circolo Antartico. Convinto di essere da solo, scoprirà presto che sull’isola ci sono altre creature poco ospitali.

Voto: 8

Recensione:


Cold Skin (Pelle Fredda) è un film che si fa apprezzare non solo per la fotografia, la bellezza e la suggestione dell’isola, ma per l’approccio psicologico dal quale si estraggono diverse riflessioni.
Tre personaggi che raccontano una storia fatta di sbagli comprensibili dal punto di vista umano, e ciò durante tutta la trama, mette lo spettatore in una situazione di scambio, dove ci si sente un po’ al posto loro, nella condizione di pensare se in una situazione così estrema e particolare, magari non si avrebbe adottato lo stesso metodo e compiuto le loro stesse scelte, facendoti sentire dalla parte di tutti come di nessuno. Nella frase iniziale:“Chi lotta con i mostri deve guardarsi dal non diventare, così facendo, un mostro. E se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l’abisso scruterà dentro di te”, c’è tutto il riferimento a chi nell’intento di combattere qualcosa che viene visto come una minaccia, come ci rende a nostra volta minacciosi e poco sensibili verso ciò che dovrebbe essere affrontato con una giusta sensibilità, facendo appello a tutte quelle qualità che l’umanità sta perdendo, uno spirito di coesione e di fratellanza oramai perso, sostituito da un animo sempre dedito alla competizione e al conflitto. Come sfumatura, tra tutte le tematiche affrontate, come la solitudine, l’abbandono, ma anche la voglia di stare fuori da una società civile frenetica, molto avversa alla vita tranquilla e serena, spunta proprio il tema di una perenne irrequietezza, che la tanto insperata quiete, arriva quasi sempre come presagio di una nuova e imminente tempesta.

Altro aspetto che va considerato, è la creatura degli abissi, molto simile come personaggio a quello che abbiamo visto nel film “La forma dell’acqua”, ci fa risultare dal punto di vista comportamentale, ancora una volta, una creatura più familiare e umana, molto più simile a noi, quasi a voler sottolineare che in questo universo le differenze alla fine della fiera sono solo visive, e tutte le creature hanno un cuore e un’anima. Che magari reagiscono con violenza solo perché questa gli è stata inferta in un mondo e una società che tende a emarginare e demonizzare ogni forma diversa da quella comune.

Per tutti questi aspetti, ritengo il film un thriller psicologico cult, che attraverso la disumanità  apparente dei personaggi, estrae tutta la debolezza, la fragilità che si vive in un mondo sempre più ostile, pieno di problemi e di conflitti, generando un caos dove ritrovare il giusto equilibrio è una sfida sempre più ardua e difficile.